
Potage bruno d’inverno
Zuppa di fagioli e funghi, calda e profumata
Da pochi giorni in edicola potete trovale il libro, “50 sfumature di caffè”, con ha una bella copertina illustrata.
Contiene poco più di 250 pagine, divise in quattro sezioni è una raccolta completa di tutto quello che riguarda una bevanda che regala emozioni, ci accompagna nella nostra vita quotidiana segnando anche i momenti più importanti. Arriva da lontano, vanta una lunga storia, prima di riuscire ad insinuarsi nelle tradizioni gastronomiche di tutto il mondo.
Autori del volume, oltre alla sottoscritta Raffaella Fenoglio, sono Silvia Casini e Francesco Pasqua.
Si narra che il primo caffè espresso sia stato servito a Torino
nel 1884, grazie ad Angelo Moriondo, cui dobbiamo
anche l’invenzione del prototipo di una caffettiera, capace
di portare rapidamente a pressione l’acqua e raggiungere
il contenitore dei grani tostati e macinati.
E quanto all’epoca
moderna… ci avete mai fatto caso?
Oggi le frasi più comuni per esprimere un desiderio di relax e condivisione,
guarda caso, hanno a che fare con questa bevanda, per esempio: «Facciamo
una pausa caffè?» o «Ci prendiamo un caffè al volo?».
Vi suonano comuni? Vi capita mai di non riuscire a trovare il tempo
per una prima colazione «home made» e di precipitarvi al bar, magari
prima di andare al lavoro, ordinando un caffè? Credo che tutti lo abbiano
fatto e che andassero più o meno di corsa. Infatti, se si chiama «espresso»,
ci sarà un motivo.
Comunque, al bar, non so voi, ma noi abbiamo ascoltato le richieste più
ardite, folli e bislacche del mondo. Tra le più comuni, il caffè corto, ovvero
l’espresso denso e aromatico, servito non troppo caldo in una tazzina di
ceramica.
Oppure quello ristretto, che è un espresso ancora più concentrato, il
decaffeinato o ancora il caffè d’orzo, denominato anche «bevanda dei poveri o
bevanda del contadino» (bauernkaffee in Tirolo), un vero e proprio «surrogato
dell’oro nero», molto diffuso durante la Seconda guerra mondiale quando
il «vero caffè» era introvabile o estremamente dispendioso.
Un’altra ordinazione frequente riguarda il caffè lungo, il cui aroma
è meno deciso, ma i cui effetti corroboranti e stimolanti della caffeina
sono generalmente più forti. Da non confondere assolutamente con il caffè
americano.
Gli amanti del dolce, invece, chiedono delle varianti, come il caffè macchiato,
che è un espresso con schiuma di latte; o il marocchino (o marocco;
a Milano, nel quartiere del Quadrilatero della moda, lo chiamano Montebianco),
un espresso arricchito di cacao e allungato con una misura di latte e
schiuma di latte.
Il cappuccino è l’alternativa più sostanziosa per la colazione del
mattino: espresso, latte intero e spuma di latte, servito in tazza grande. Sulla
schiuma può essere spolverato un velo di cacao o cannella fine.
D’estate, invece, non c’è niente di meglio che un caffè freddo o iced coffee,
un semplice caffè americano con ghiaccio. Va per la maggiore anche il
caffè shakerato, a metà mattina o dopo pranzo, o la crema fredda al caffè,
una vera squisitezza.
E, udite udite, in Italia il preferito dagli anziani resta il caffè corretto,
perché con un goccio di liquore (brandy, grappa, anice o sambuca) passano
acciacchi, malinconie e dolori. Di qualunque natura.
In pratica, per i poveri baristi le variabili sul caffè sono praticamente infinite
e la fantasia degli italiani, in fatto di coffee è davvero sconfinata.
Alcune richieste ormai sono bell’e che assodate, ma talvolta, altre risultano davvero assurde.
Zuppa di fagioli e funghi, calda e profumata
Primo piatto semplice a base di pane raffermo e salsa di pomodro. Un confort food per eccellenza.
Tutto pronto per giovedì sera? Spero di sì, nel frattempo eccovi una …