Latte vegetale e bevande sostitutive del latte vaccino

In tempi di intolleranze sempre più diffuse, la richiesta di bevande sostitutive del latte (noi italiani non sappiamo rinunciare al cappuccino) è in costante aumento.

Non c’è di stupirsi del continuo proliferare, sugli scaffali dei supermercati, di prodotti a base di riso, soia, mandorle e chi più ne ha più ne metta.

Immagini e denominazioni in etichetta lasciano intendere che queste bevande siano sostitutivi simili al latte, ma di produzione vegetale.

Però non è così.

Si tratta del cosiddetto Milk Sounding, una pratica commerciale scorretta che usa suggestioni legate al latte ed ai suoi nutrienti per pubblicizzare prodotti che non ne contengono affatto.

L’uso improprio dei termini “latte di” e “al latte” è vietato da un’apposita normativa, ma ciò non sempre è servito a ridurre o eliminare il fenomeno.

E’ dura a morire l’abitudine, da parte di alcune industrie produttrici, ad una comunicazione davvero ingannevole.

La maggior parte delle bevande sostitutive, infatti, è il risultato di procedimenti di produzione esclusivamente industriale, e contengono grandi quantità di zuccheri (saccarosio), aggiunti per migliorarne il sapore, di cui il consumatore non è a conoscenza poiché non evidenziati in etichetta.

La normativa, però, è chiara: “La denominazione «latte» è riservata esclusivamente al prodotto della secrezione mammaria normale, ottenuto mediante una o più mungiture, senza alcuna aggiunta o sottrazione”, dice il Il Reg. CE 1234/07 (All. XIII, punto II) che disciplina la materia.

Tutto risolto quindi? Assolutamente no.

Nonostante un’attività continua di controllo, non tutti i produttori si sono conformati alle terminologie da rispettare nella comunicazione al consumatore. Quindi, ci si può ancora trovare davanti a prodotti con denominazioni ingannevoli.

Cerchiamo di fare chiarezza per un acquisto consapevole:

  • • Se proprio di “latte” si vuole parlare, il termine andrebbe limitato soltanto ai cosiddetti “latte di riso” e “latte di mandorla”, entrambi prodotti tradizionali, ottenuti tramite un processo di filtratura naturale.
  • • Salvo casi rarissimi, i riferimenti a naturalità, genuinità ed ecosostenibilità riportati sulle confezioni sono privi di fondamento poiché, come già evidenziato, le bevande sostitutive in commercio possono essere prodotte tramite processi di estrazione industriale.
  • • Controllare attentamente le tabelle nutrizionali di ogni bevanda sostitutiva prima di acquistarla, poiché questi prodotti non sono equivalenti fra di loro. Le sostanze nutritive presenti dipendono dalla materia prima utilizzata – soia, riso, mandorla, avena, etc.  Soprattutto non posseggono gli stessi nutrienti del latte, a meno che non ne siano stati addizionati artificialmente. Il rischio è di impoverire di nutrienti nobili la propria dieta, aumentandone inconsapevolmente la quota di zuccheri.

 Latte di mandorla e Latte di riso

Una nota a margine.

Sono vietate le denominazioni che richiamano in modo falso a preparazioni casearie. Infatti è vietato l’uso, ad esempio, dei termini: yogurt vegetale, mozzarella di tofu, formaggio di soia, etc.

È vietato definire fettine di latte i prodotti a base di formaggio fuso ed indicare riferimenti alle RDA (dosi giornaliere raccomandate) relative ai nutrienti tipici del latte su preparazioni che non ne contengono.

Come fare il latte di  mandorla

Crepes al latte di mandorla

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