
CHI BEN COMINCIA – colazione a basso IG
Ricette dello showcooking del 15 marzo
Ho incontrato Roberta Schira in una fresca piazza di Riva Ligure, e davanti a un piatto di spaghetti mi ha raccontato qualcosa di sé e del suo ultimo libro “I NUOVI ONNIVORI. LA GIOIA DI MANGIARE TUTTO.”
Eravamo entrambe ospiti di Sale in Zucca, intervistate da Claudio Porchia.
Nell’occasione l’assessore Francesco Benza ha consegnato a Roberta la prestigiosa targa di “Libro da Gustare”.
1) Buongiorno Roberta, mi collego al tuo libro I NUOVI ONNIVORI. LA GIOIA DI MANGIARE TUTTO, chiedendoti perché, a tuo parere, si può considerare superata la discriminante vegano/vegetariano/carnivoro.
Oggi la questione non è tanto la divisione vegetariani/vegani/carnivori, quanto la costante, e lenta, consapevolezza di tutti noi sulle conseguenze del consumo spropositato di carne. Questo cambiamento culturale è dovuto al bombardamento mediato sui temi: la carne fa male; gli allevamenti intensivi provocano un enorme impatto ambientale per l’emissione di C02; molti animali sono allevati in modo cruento e poco etico; ecc ecc. E questo ha fatto sì che il nostro atteggiamento stia cambiando anche se, ripeto, ciò avviene molto lentamente.
2) Come si è modificato il ruolo del critico gastronomico nel dopo-Covid?
Il critico gastronomico oggi ha il compito di far capire al singolo chef, all’imprenditore, al patron quali sono i punti deboli dell’esperienza gastronomica che sta offrendo. Perché non è più utile a nessuno bastonare il ristorante scrivendo recensioni negative, fare visite a sorpresa al locale, travestirsi o tendere agguati. I suggerimenti potrebbero riguardare la scelta degli ingredienti, la tecnica di esecuzione dei piatti, il servizio, l’ambiente, la pulizia, l’impatto ambientale… Sono davvero tanti i temi sui quali il critico gastronomico può aiutare le figure professionali della ristorazioni poiché è più formato e ha più esperienza.
3) Quali sono i focus che i ristoratori devono tenere ben presenti nella loro programmazione e offerta?
Il mondo dopo Covid è cambiato ovunque, anche nella ristorazione. Ovviamente il ristoratore deve far quadrare i conti, mantenendo un fatturato che porti a fine anno un segno positivo per retribuire in modo soddisfacente i dipendenti. Ma allo stesso tempo deve, oltre al profitto, impegnarsi socialmente in una progettualità che abbia una ricaduta positiva sul territorio e sulla collettività.
4) Faccio parte di AIFB – Associazione Italiana Food Blogger. Siamo partitit* anni fa come dei dilettanti allo sbaraglio per poi evolvere in molti campi. Quale opinione ti sei fatta sul mondo dei blogger?
Confesso che anche io, come tanti miei colleghi, nutrivo un po’ di diffidenza verso il mondo dei foodblogger. In realtà ci sono molti foodblogger in gamba e preparati, altri però, e questo lo fanno anche dei miei colleghi giornalisti, pensano che basti fare belle fotografie e girare per ristoranti raccontando l’esperienza vissuta.
Invece bisogna studiare tanto, investire, assaggiare molto e comparare le esperienze per acquisire un’esperienza professionale. Quindi ben vengano foodblogger se sono preparat*.
5) Una curiosità: a Roberta Schira cosa piace mangiare, più di ogni altra cosa al mondo?
Non ho dubbi: la pasta ripiena. Quindi viva il raviolo!
Come dice il poeta è una pasta piena di pensieri. Ci vuole tecnica e metodo, quindi è anche un test per capire se uno chef è in gamba. Ma non amo solo il raviolo, adoro anche le lasagne, i cannelloni… Invece nel dilemma dolce o salato io scelgo il salato. Se nello spuntino notturno mi trovo davanti a una fetta di torta o al pane e taleggio, mi butto su quest’ultimo. Pane e taleggio tutta la vita! Ovviamente ho lasciato il taleggio fuori dal frigo, perché il formaggio freddo è orribile.
Grazie Roberta, a presto.
I nuovi onnivori. La gioia di mangiare tutto 2019 (Vallardi editore).
Un mondo diviso tra un’umanità carnivora, ottusamente ottimista, senza alcun rispetto per gli animali e per il pianeta, e un’umanità catastrofista, che annovera fondamentalisti del «no carne», attivisti vegani e ambientalisti aggressivi.
Roberta Schira ci mostra una terza via: un’alimentazione etica e tollerante all’insegna dello scambio culturale e della convivialità, che combini allevamento sostenibile e profitto, piacere della tavola e impatto ambientale zero.
E che ci consenta di godere, con moderazione, anche dei «cibi proibiti» senza sentirci giudicati o in colpa. Ti chiedi come mai sei diventato improvvisamente intollerante a un alimento? Credi che lo zucchero sia una sorta di cianuro? Sei convinto che se starai a dieta vivrai più a lungo? Pensi che mangiare carne sia crudele? Forse sei vittima di opinioni e preconcetti che, con la scusa della salute, oggi condizionano le tue scelte a tavola (e sostengono un imponente giro d’affari). Provocatoria e politically incorrect, Roberta Schira, psicologa del gusto e nota critica gastronomica, svela fobie e falsità che sono all’origine delle sempre più diffuse ansie legate a ideologie alimentari. L’autrice propone un manifesto per i Nuovi Onnivori: più responsabili e consapevoli, ma liberi e gioiosi di alimentarsi recuperando un pizzico di ironia e sano fatalismo. Scopriremo come interpretare una ricerca scientifica; come organizzare una cena per vegani e onnivori (con un mini-ricettario in appendice); come riconoscere un ristorante sostenibile e un allevamento eticamente accettabile. E rifletteremo sulla possibilità che una presunta intolleranza al glutine o al lattosio possa essere legata al rapporto con la madre.
Un viaggio di formazione alimentare che, come un Pranzo di Babette lungo duecento godibili pagine, riporta al centro la funzione terapeutica del cibo.
Roberta Schira è laureata in lettere, con indirizzo psicologico. È scrittrice e giornalista.
L’incontro con Claudio Sadler le ha insegnato a cucinare e ha condotto all’uscita di “Menu per quattro stagioni” che ha dato origine alla collana Giunti dedicata all’alta cucina.
Undici i titoli dei suoi libri, tra cui “Il nuovo Bon Ton a tavola”, “Il libro delle frattaglie” e “Mangiato bene? Le sette regole per riconoscere la buona cucina” (Salani), un libro sulla teoria della critica gastronomica, noto come “canone Schira”. L’ultimo uscito s’intitola “I nuovi onnivori. La gioia di mangiare tutto” (Vallardi editore).
Nel 2016 pubblica il libro “La gioia del riordino in cucina” (Vallardi editore), che viene tradotto in cinque lingue: olandese, portoghese, spagnolo, francese e tedesco.
Sul “Corriere della Sera”, Roberta Schira tiene una rubrica di critica gastronomica e segue con interviste e servizi le novità della scena gastronomica. E’ docente all’Italian Food Academy per il master in critica gastronomica www.italianfoodacademy.com/docenti.
Si occupa di formazione professionale.
Scrive su www.finedininglovers.com , web magazine internazionale che ha contributo a creare come food consultant, e sui periodici “La Grande Cucina”.
Per RSI, televisione della Svizzera Italiana collabora come esperta alla trasmissione “Cuochi d’artificio” da più stagioni.
È autrice di progetti web e televisivi e tra le sue attività c’è la moderazione e organizzazione di dibattiti e tavole rotonde.
Da anni stregata dalla magia di Langosteria, nel 2017 ci racconta questa storia esemplare di ristorazione, ospitalità e impresa attraverso il libro “Rivoluzione Langosteria” (Rizzoli editore).
Ricette dello showcooking del 15 marzo
Lista della spesa dello Show cooking dell’8 marzo a Explora Salute di Imperia
Cucinare in anticipo per essere a posto per diversi giorni: come seguire una alimentazione varia senza passare ore in cucina!