Lacrime di riso della Valtidone al passito di Malvasia di Candia Aromatica
Dolci a base di riso e passito di Malvasia di Candia Aromatica creati per il Valtidone Wine Festival
Pfff, ecco si comincia…
Bisogna che posti una ricetta su blog…è vero. Ma quale? La prima poi, aiuto!!! Se inizio con una zuppa, sai la tristezza! Cosa fotografo? Una scodella con della roba verde che galleggia? No, lasciamo perdere. Allora…comincio con un secondo? Quale!?! Sembra facile! Se fosse qualcosa a base di carne i vegetariani fuggirebbero via inorriditi, e chi li pescherebbe più? La mia amica Pia per la prima, e Laura poi …No no, allora, riordiniamo le idee.
Dunque potrei fare una torta…, sì! Una di quelle morbide che ti attacchi a mangiare e non la molli più…Eh brava Raffaella, così chi è a dieta dà un’occhiata al sito, e scappa a gambe levate, senza sapere che questo è un blog a basso IG.
Ci vorrebbe qualcosa che dia l’idea del tipo di ricette che voglio pubblicare senza che nessuno si intristisca, arricci il naso o si dilegui…
Ma cosa? COSA!?!?
Il pane! Ecco sì, il mio fantastico pane!!!
È il mio “pièce de résistance. È strabuonissimo, si adatta ad accompagnare qualsiasi cosa: le composte della colazione, le zuppe, i patè, le marmellate sfiziose come quella al peperoncino che mi ha regalato Anita…
Tutto di tutto! Ve lo giuro. Provatelo!
E se proprio ancora non vi convincesse scaldatelo un attimo e lasciateci sciogliere qualche cubetto di cioccolato fondente (che abbia una percentuale minima di cacao del 70%, mi raccomando) hummmm….
E allora? Cosa ne dite? Vedo che vi ho convinto, allora partiamo…ma ci vuole un nome…lo chiamerò Pane Tre Civette
PANE TRE CIVETTE
Tempi
Oh, oh! C’è un problema. Nei blog seri a questo punto viene fornito un tempo minimo di previsione, sul tempo di preparazione, ma io, sinceramente, non lo so. Cioè, vi spiego: normalmente non sto a guardare quanto ci metto. Lo preparo e basta, tengo a mente solo i tempi di cottura. Questa volta invece avrei voluto farlo (e giuro che lo farò per la prossima ricetta) ma tra preparare e fotografare…aiuto!!! Ci ho messo un sacco di tempo…meglio non dire quanto.
Ingredienti
90 gr mandorle
250 gr crusca d’avena
250 gr yogurt naturale di soia o di capra (due vasetti)
2 uova
9 gr sale
3 cucchiaini di lievito per torte salate (meglio se bio)
Bicarbonato – una presa
Semi di sesamo – un po’
Semi di lino – un po’
Cottura
40 minuti
220 gradi
Preparazione
Tritate le mandorle nel frullatore fino a farle diventare una farina. Produrrete un bordello spaziale, ve lo preannuncio. Quando lo faccio io il povero Steel (quadrupede di razza collie) scappa nell’angolo più remoto del terrazzo…Però non potete farne a meno, sempre che non troviate la polvere di mandorle già pronta. Poi mescolate le mandorle agli altri ingredienti, esclusi i semi di sesamo e di lino. Infine riempite delle piccole teglie, vanno bene anche quelle usa-e-getta da mezzo litro. A me con questo impasto ne vengono quattro. Cospargete la superficie con i semi di sesamo e di lino.
Infornate per 35/40 minuti a 220 gradi.
Ricordate di posizionare un vasetto di acqua nel forno mentre il pane cuoce. Se volete potete sostituire i tuorli delle uova con un albume aggiuntivo. Vale a dire che invece di due uova intere mettete nell’impasto tre albumi.
Di solito faccio i pani, ma se amate pezzature più piccole potreste preparare delle focaccine. Ecco come: una volta pronto l’impasto – come sopra-, mettetelo a cucchiaiate su una teglia foderata di carta da forno dandogli una forma tondeggiante con le dita bagnate. Le focaccine saranno buone mangiate calde, con una farcitura dolce o salata. Pomodori, formaggio, tapenade, marmellata…
La consistenza del pane Tre Civette varia a seconda del tipo di yogurt, più o meno denso, e della macinatura delle mandorle. Se il vostro frullatore non è energico sentirete in bocca piccoli pezzetti di mandorle (a me così piace di più) perché non sarete riusciti a ridurle in farina.Se invece avete un portento di mixer vi risulterà più omogeneo, ma in questo caso l’impasto richiederà più liquidi per formarsi: aggiungete alla lista degli ingredienti un bicchiere di latte di soia.
Una volta raffreddato potete tagliarlo a pezzi e surgelarlo. Scaldato dà il meglio di sè.
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