Ilaria Bertinelli, un pomeriggio con lei a fare Gnocchi online

Sabato scorso dalle 15 alle 17,30 ho partecipato ad un corso online su GoogleMeet tenuto da Ilaria Bertinelli, tema:

Gnoccchi che passione!, costo 25 euro.

In programma c’erano tre preparazioni: i classici, gli gnudi e gli gnocchi di pane.

Dopo l’iscrizione mi è arrivata la mail di conferma con il link per il collegamento, gli ingredienti, le ricette e i suggerimenti di pre-preparazione. 

Mi sono collegata qualche minuto prima della diretta e Ilaria con il suo staff erano già attivi e aspettavano i partecipanti. 

Gli ingredienti richiesti erano puntuali, come anche i suggerimenti. Il tempo è stato sufficiente per affrontare tutte le ricetta partendo da zero, ad eccezione delle patate, per le quali era stato richiesto di lessarle prima dell’inizio del corso.

In questi mesi ho assistito a millemila riunioni, corsi, dibatti online, persino corsi di degustazioni di vini e ve ne parlerò, ma mai a un corso di cucina.

Ero curiosa. Inoltre, devo ammettere, che ho sempre voluto partecipare ai corsi di cucina di Ilaria, quelli in presenza, ma la distanza geografica non me l’ha mai permesso.

Il collegamento con GoogleMeet, invece, ha consentito di arrivare nelle cucine di tutti noi partecipanti, avvantaggiandoci, rispetto al corso in presenza, per la familiarità che abbiamo con gli spazi e le attrezzature che usiamo quotidianamente. Abbiamo interrotto più volte Ilaria sui passaggi difficili ma è evidente che la sua esperienza dei corsi in presenza le è stata preziosa, per non perdere la concentrazione e rispiegare i procedimenti più e più volte. Alla fine, tutti noi avevamo i nostri vassoi pieni di gnocchi ed eravamo molto soddisfatti.

Insomma, l’esperienza è stata fantastica, assolutamente da ripetere e da consigliare!

Ma quanto è bello fare i corsi di cucina? Per me è una cosa superlativa! 

Ho chiesto a Ilaria qualche info, un video e una ricetta a beneficio dei lettori delle Tre Civette.

I corsi di cucina di Ilaria Bertinelli

Come hai cominciato a tenere corsi di cucina?  

Come spesso accade nella vita, il tutto è iniziato per caso. 

Il mio rapporto con la cucina è cambiato per necessità famigliari in quanto nel 2010 a mia figlia, che allora aveva 6 anni, sono stati diagnosticati diabete e celiachia.

In seguito alla diagnosi, ho iniziato un percorso di studio sull’alimentazione necessaria per rispondere al meglio alle due condizioni. Questo viaggio ha portato alla pubblicazione del libro “Uno chef per Gaia” che ha poi generato richieste da parte delle Associazioni di pazienti di tenere corsi di cucina sui temi di loro interesse. Da lì il passo è stato breve e impercettibile: da corsi con piatti speciali per pochi a corsi con piatti speciali per tutti. I piatti che propongo ai corsi sono sempre in versione con e senza glutine perché credo sia fondamentale superare i pregiudizi delle persone in merito ai “senza”: vi sembra che Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Parma che sono naturalmente senza glutine non siano buoni?

Quali hanno più successo?

Credo che i corsi di maggior successo siano quelli in cui propongo ricette di facile realizzazione, ma di grande impatto sia visivo che di gusto: il Savarin di riso o risoni ne è un chiaro esempio. 

Parli fluentemente in inglese, vista la tua professione di interprete simultanea, tieni corsi per anglosassoni e americani? Puoi dirci di quali ricette, in particolare?

Tenere corsi di cucina per stranieri è stato lo sbocco naturale della mia professione di interprete simultanea. Lavoro costantemente a contatto con aziende internazionali che ricevono visite da clienti e collaboratori dall’estero e il cibo italiano rappresenta sempre una fonte di interesse e piacere. Da qui è nata l’idea di offrire loro un’esperienza del cibo italiano diversa, ossia facendo mettere loro le mani in pasta. Queste iniziative inaspettate hanno sempre generato grande divertimento e soddisfazione tra i partecipanti che, in molti casi, non avevano mai cucinato prima!

Per loro scelgo sempre ricette che mi permettono di raccontare delle tradizioni italiane e, magari, di ciò che è davvero autentico sulle nostre tavole: la pasta ripiena emiliana è un capolavoro di manualità, storia e sapori che trasmette tutta la passione che noi mettiamo nei piatti. 

Perché pensi che i corsi di cucina riscuotano un così grande successo?

Credo che il successo sia determinato da diversi fattori, ma l’elemento fondamentale è divertirsi mentre si impara. Inoltre, dedicare tempo alla preparazione del cibo insieme significa condividere manualità, sensazioni e piacevoli chiacchiere! Per me l’atmosfera dei corsi è molto simile a quella che vivo in famiglia in campagna quando si cucina insieme per le occasioni speciali: un prezioso momento di socialità e svago in una società sempre più frenetica e individualista.

Ci sveli un corso che avresti sempre voluto tenere ma che non hai ancora fatto?

Spero di non sembrarvi arrogante con questa risposta. Il mio sogno sarebbe quello di tenere un corso per ristoratori e chef, ma non per insegnare loro a cucinare, cosa che sanno certamente fare molto meglio di me, ma per renderli consapevoli del regalo che potrebbero fare ai loro clienti organizzando le cucine in modo da gestire i principali allergeni separatamente così da potere accogliere sempre più persone affette da intolleranze e allergie. Per mia figlia, sogno un mondo in cui potrà entrare in un ristorante senza dovere sempre e solo scegliere una bistecca alla griglia con insalata mista!

Qual è il prossimo corso in programma e come possono fare i lettori delle tre civette per iscriversi?

Il calendario è ricco e suddiviso in tre tipologie di corsi: i corsi legati ad un percorso di educazione terapeutica in cui cuciniamo un menù completo con l’analisi della densità nutritiva in collaborazione con Alessandra Bosetti, dietista clinica dell’ospedale pediatrico Buzzi di Milano, il cui primo appuntamento è il 10 ottobre; i corsi sui Piatti leggendari italiani in lingua inglese il cui prossimo appuntamento è dedicato alla Pasta fresca il 17 ottobre; i corsi a tema con il prossimo appuntamento il 24 ottobre dedicato alla “Colazione dal forno di casa”.

Per iscriversi, basta selezionare il corso di interesse e seguire le istruzioni riportate sulla pagina dedicata del mio blog.

Il blog di Ilaria Bertinelli: Unochefpergaia

Mi racconti qualcosa del tuo blog, mission, evoluzione, prospettive?

Il mio blog è nato per dare idee, motivazione e gioia a chi deve cucinare prestando attenzione alla scelta degli ingredienti e delle loro combinazioni. Io non ho una formazione da cuoco, ma ho studiato e frequentato numerosi corsi per diventare lo chef di mia figlia Gaia, qualcuno che potesse regalare a lei ogni giorno un cibo per cui vale la pena pagare il prezzo di una puntura di insulina. 

Quindi se il blog inizialmente è nato per rivolgersi a persone affette da celiachia e diabete di tipo 1, è poi diventato uno spazio dedicato alla consapevolezza in cucina perché è conoscendo gli ingredienti che un piatto che tradizionalmente contiene glutine può diventare gluten-free senza perdere il suo sapore e la sua identità. Lo stesso vale per il diabete autoimmune: se si prepara un dolce, questo può essere goloso e ricco come qualsiasi altro dolce, ma dovrà essere consumato con attenzione, ossia tenendo conto dell’effetto che avrà sulla glicemia in modo da bilanciare le dosi di insulina e il resto del pasto o il programma della giornata affinché non causi squilibri. L’approccio alla gestione del diabete è cambiato radicalmente negli ultimi anni e si è sostituita la privazione con la conoscenza, quindi questo è il nuovo orizzonte.

Ilaria Bertinelli ed il rapporto con la sua città: Parma

Che rapporto hai con la tua città, Parma?

Di amore, anche se non cieco!

Parma è un gioiellino per la sua bellezza, la dimensione a misura d’uomo e la qualità della vita.

Il suo territorio ci regala prodotti gastronomici per i quali la città è conosciuta in tutto il mondo e che allietano le nostre tavole ogni giorno.

Questo non significa che non ci siano aspetti ottimizzabili e proprio a livello gastronomico e di accoglienza credo ci siano ampi margini di miglioramento.

Mi riferisco proprio al numero ridottissimo di ristoranti che aderiscono al progetto Alimentazione Fuori Casa dell’Associazione Italiana Celiachia, ossia locali che garantiscono piatti senza glutine e senza contaminazione a chi è affetto da celiachia.

Credo che, soprattutto in un momento di difficoltà del settore ricettivo dovuto al Covid, variare l’offerta dei piatti rappresenti un’opportunità per distinguersi e crescere, quindi approfitto anche delle Tre civette per lanciare il mio accorato appello ad aprire le porte alla differenza alimentare

Chi è Ilaria Bertinelli?

Sono nata a Parma da una famiglia di agricoltori e produttori di formaggio Parmigiano Reggiano. Mi sono laureata in interpretazione simultanea nelle lingue inglese e spagnolo a Trieste, una passione diventata poi il mio lavoro. Il grande passo è avvenuto nel ’97 quando ho rilevato la società di servizi linguistici specializzati Interconsul, di cui tutt’ora sono Amministratore Unico.
Da allora la strada percorsa è stata tanta, come tante sono state le esperienze affrontate in campo lavorativo che mi hanno portato a viaggiare, conoscere ed approfondire realtà industriali, ma anche culturali e territoriali.
Da sempre appassionata di cucina, cibo e alimentazione, nel 2010 la mia esistenza ha subito un vero e proprio scossone traumatico, quello che io chiamo l’inizio di una “seconda vita : è l’anno in cui a mia figlia Gaia è stato diagnosticato il diabete di tipo 1 e celiachia. In altre parole, due nuovi, e a dire il vero, un po’ ingombranti, ospiti a tavola.
Alla fine del 2013 viene pubblicato il mio libro “Uno chef per Gaia”, un diario di medicina narrativa nel quale racconto, attraverso ricette con e senza glutine, integrate con il conteggio dei carboidrati, il viaggio della mia famiglia verso la riconquista della normalità.
Oggi siamo già alla seconda pubblicazione del libro: la stessa impronta ma tante ricette nuove da provare.
Mi dai una ricetta “esclusiva” per le Tre Civette?

Con piacere!

Ho pensato di darvi la mia ricetta dei Donut al cioccolato al forno, una coccola per tutti, ma anche ricchi di fibra per non sentirsi troppo in colpa e permettere ai bambini una merenda golosissima, ma casalinga e non preconfezionata.

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